L'esercito nel XV secolo

La Cavalleria

La cavalleria pesante costituiva ancora nel XV secolo il nerbo dell’esercito.
Era inoltre ancora regola che a prestare servizio nella cavalleria pesante fossero i personaggi di maggior prestigio sociale.
La sua struttura di base rimaneva la lancia, un’unità composta da tre uomini: l’uomo d’arme, un sergente armato alla leggera e un paggio o servitore a cavallo.
Con il termine vero uomo d’arme, armigero o Cavaliere ab helmetto (ad elmetto) si intendeva un cavaliere dall’armamento completo e, presumibilmente, il termine deriva dalla diffusione (tra la cavalleria pesante) di elmi che coprivano l’intero capo al posto di bacinetti e celate.
Per tutto il XV secolo l’equipaggiamento e l’armatura dell’uomo d’arme conobbero un costante aumento quanto a peso e a complessità.
Da ciò derivò sia una contrazione della base sociale di reclutamento dei cavalieri (essendo sempre meno coloro che potevano permettersi la spesa per l’armamento completo), sia una tendenza all’ampliamento del seguito dell’uomo d’arme, cioè la lancia (la quale necessitava di più uomini e più cavalli), che dalla seconda metà del XV secolo contava quattro, cinque e addirittura sei uomini verso la fine del secolo, sul modello della lancia borgognona.

La fanteria

Il ruolo della fanteria assunse nuovo valore durante il Quattrocento, e ciò è dimostrato dal costante incremento delle fanterie nei contratti di condotta stipulati coi condottieri del tempo.
Ciò avvenne in particolare dal 1425-54 (periodo delle cosiddette guerre in Lombardia) in concomitanza con lo sviluppo delle tecniche militari, cioè:
All’inizio del secolo la principale funzione della fanteria era il servizio di guarnigione in luoghi fortificati e punti strategici.
Era un servizio che prevedeva un certo periodo di permanenza sul posto, e per cui si percepiva un salario (provisione), motivo per il quale questo tipo di fanti prendono il nome di provisionati.
In tempo di guerra le compagnie di fanteria venivano reclutate a contratto attraverso l’ingaggio dei conestabili (il capitano della compagnia, solitamente un uomo d’arme a cavallo), le cui compagnie presentavano all’interno tre diversi tipi di fanterie (distribuite normalmente in parti eguali): lancieri appiedati, balestrieri e scutiferi.
Questa fanteria, nonostante fosse un accessorio indispensabile a qualsiasi grossa formazione di cavalleria, restava in una posizione subordinata.
Un terzo tipo di fanteria era la milizia cittadina, composta da truppe quasi mai addestrate le cui armi erano fornite da loro stessi, o nel migliore dei casi dalla comunità locale, e su cui non si poteva fare affidamento sull’effettiva partecipazione all’esercito, nel caso in cui questo dovesse spostarsi troppo lontano dalla residenza. Dalla metà del XV secolo il numero degli schioppettieri andò aumentando all’interno delle compagini di fanteria.
Ciò, assieme all’introduzione dell’uso della spada corta e rondella (che consentivano maggiore flessibilità e mobilità), creò la nuova distinzione all’interno delle compagnie, che dal modello tripartito (lancieri, balestrieri, scutiferi) si distinse tra compagnie di fuoco (schioppettieri e balestrieri) e compagnie d’assalto (equipaggiate con spade e lance).
Durante il secolo inoltre, a causa della mobilitazione e smobilitazione delle compagnie tra periodi di guerra e di pace, declinò gradualmente il modello della compagnia indipendente guidata da un conestabile a contratto.
I conestabili infatti furono sempre più assunti in servizio permanente senza disporre di truppe in periodi di pace, e al comando di provisionati reclutati dalla Serenissima in periodi di guerra.
Nacque infatti un sistema selettivo per la milizia appiedata, che garantiva un minimo di formazione, con la creazione dei "Provisionati di San Marco", di cui facevano parte uomini giovani e in forze, reclutati e addestrati direttamente da Venezia.

A questa struttura di base dell’esercito andavano aggiunti: